Unico Servizio presente nella provincia, tratta anche le metastasi ossee dei tumori prostatici. Sono in fase di avvio protocolli per la cura delle neoplasie mammarie e di quelle neuroendrocrine del pancreas e dell’intestino

La Terapia Radiometabolica, la cui attività è iniziata nel settembre dello scorso anno, ha avviato nuovi protocolli terapeutici per i tumori differenziati della tiroide. Inoltre da alcuni mesi il Servizio, che fa parte della Medicina Nucleare diretta dal dottor Matteo Salgarello, ha iniziato a trattare, con terapie alfa-emittenti, le metastasi ossee dei tumori prostatici ormono-resistenti.

Partiranno a breve due trial di Fase 2 per il trattamento delle metastasi ossee nelle neoplasie mammarie con terapie alfa-emittenti. Inoltre i protocolli per le cure radiometaboliche relative alle neoplasie neuroendocrine del pancreas e dell’intestino verranno a breve sottoposte all’attenzione del Comitato etico provinciale.

La terapia radiometabolica consiste nel trattamento, prevalentemente di malattie tumorali, con radiofarmaci somministrati per bocca o endovena. Alcuni radiofarmaci necessitano di un complesso processo di sintesi chimica che a Negrar è realizzato nell’adiacente radiofarmacia, con l’acquisto dall’esterno del solo elemento radioattivo.

Ad oggi il Servizio del Sacro Cuore Don Calabria, l’unico presente nel Veronese, ha curato con Iodio 131 un centinaio di pazienti affetti da tumore alla tiroide già sottoposti ad intervento chirurgico. Pazienti che, per il trattamento, fino a pochi mesi fa avrebbero dovuto recarsi fuori provincia.

Utilizzando farmaci radioattivi, la legislazione italiana per l’erogazione delle terapie radiometaboliche, prevede che l’ospedale sia munito di una serie di strutture e tecnologie atte a tutelare la salute degli operatori e l’ambiente.

A questo scopo il Sacro Cuore Don Calabria ha realizzato una sezione di degenza protetta con quattro posti letto. Le due “stanze gemelle” hanno muri della larghezza di 60 centimetri e possiedono un sistema di gestione controllata degli scarichi per l’azzeramento della radioattività immessa nella rete fognaria.

Durante la degenza (che può variare dai due a 4 giorni) i pazienti sono videosorvegliati dal personale sanitario 24 ore su 24 e possono disporre di televisore, collegamento wireless, telefono e anche di un Ipad con lo scopo di ridurre al minimo i contatti con il personale e rendere meno stressante la degenza in “isolamento”.