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Una nuova metodica che coniuga l’uso di chemioterapici con impulsi elettrici ad alta intensità: il primo caso trattato al Sacro Cuore

Si parlerà di Elettrochemioterapia mercoledì 17 giugno, a partire dalle 14.45, al Centro di formazione dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria in un incontro organizzato dal Dipartimento di Oncologia, diretto dalla dottoressa Stefania Gori. Specialisti dell’ospedale di Negrar, ma anche provenienti da Pavia, Bologna e Milano, faranno il punto sull’attuale applicazione di questa metodica nell’ambito oncologico.

L’Elettrochemioterapia è una modalità di trattamento delle lesioni tumorali che si è sviluppata negli ultimi anni e si basa sull’applicazione locale di impulsi elettrici ad alta intensità e di breve durata, tali da rendere le cellule più permeabili alla chemioterapia. L’impiego attuale dell’Elettrochemioterapia è per tutte le lesioni cutanee o sottocutanee di qualsiasi tipo di tumore, per le quali è indicato un trattamento palliativo. In alcuni casi l’Elettrochemioterapia può essere effettuata allo scopo di ridurre le dimensioni del nodulo tumorale per consentire ulteriori cure, come ad esempio l’esportazione chirurgica.

All’ospedale di Negrar è stato trattato poche settimane fa il primo paziente affetto da carcinoma cutaneo del volto, precedentemente sottoposto a numerosi interventi chirurgici.

I farmaci utilizzati per l’Elettrochemioterapia sono la bleomicina ed il cisplatino, chemioterapici ad alta azione citotossica, cioè capaci di uccidere con grande efficacia le cellule cancerose, ma con scarsa capacità di entrare nel citoplasma della cellula: arrivano così in aiuto gli impulsi elettrici ad alto voltaggio, applicati localmente con una particolare macchina. I farmaci vengono somministrati per via endovenosa e l’intero trattamento avviene in anestesia.
Negli ultimi 15 anni sono stati condotti numerosi studi con l’Elettrochemioterapia, nell’ambito dei quali sono stati complessivamente trattati oltre 1000 noduli in 247 pazienti. Sono state trattate metastasi cutanee di diversi tumori, come i carcinomi squamosi della testa e del collo, il melanoma, il carcinoma basocellulare, il carcinoma mammario, il sarcoma di Kaposi e il carcinoma vescicale. In questi studi, l’elettrochemioterapia si è dimostrata un trattamento attivo, con un tasso di risposte compreso tra il 48 e il 100% dei noduli trattati. L’efficacia maggiore si ottiene nelle lesioni di dimensioni limitate, dove l’intera massa tumorale può essere adeguatamente sottoposta all’impulso elettrico. In alcuni casi il trattamento deve essere ripetuto.